La Struttura delle schwere Panzer-Abteilungen

Federico Peyrani

L'evoluzione delle unità di carri Tiger
Le unità di carri Tiger iniziarono a essere impiegate in combattimento come unità sperimentali perché, essendo il carro un sistema d’arma completamente nuovo, non si aveva una chiara idea dei problemi e dei vantaggi che questo avrebbe comportato. Una costante nel tempo fu lo scarso numero di carri prodotti in rapporto agli organici delle unità, fattore che permise solo raramente che fosse disponibile un numero di Tiger equivalente a quello richiesto dall'organico teorico. In genere questa condizione si verificava appena l'unità entrava in linea o quando arrivava un gruppo di carri di rimpiazzo. Sempre per la mancanza di mezzi, il personale di alcuni battaglioni venne addestrato e impiegato su altri mezzi, o tenuto a riposo in attesa di nuovi mezzi, a volte fino al termine del conflitto. La 3./504, ad esempio, fu inviata a Vienna il 30 novembre 1944 per essere addestrata all’impiego del Tiger II B da 70 tonnellate, ma venne rispedita in Italia nel gennaio dell’anno seguente, senza carri, per combattere di nuovo con i Tiger I E ricevuti dalla schwere Panzer-Abteilung 508, a sua volta inviata a Paderborn per addestrarsi sui Tiger II B. Quest'ultima fu poi impiegata alla fine della guerra come gruppo misto di fanteria e carri (con una dotazione di tre mezzi corazzati), contro le truppe alleate che si avvicinavano alla base di addestramento.

La denominazione di Abteilungen e non di Bataillonen per le unità Tiger, è dovuta al fatto che il termine Bataillon veniva utilizzato per unità sempre a livello di battaglione, ma composte di almeno cinque compagnie e inquadrate in unità di grado superiore o comunque non in grado di operare indipendentemente. Parallelamente alle Abteilungen, a causa delle richieste delle grandi unità, vennero create numerose Panzer Kompanien (Tiger) destinate come compagnie fuori organico (e a volte sottoposte direttamente al comando divisionale) per equipaggiare le divisioni d’élite come quelle delle SS-Waffen o la Großdeutschland, allora tutte Panzergrenadier-Divisionen, ma con effettivi di molto superiori a qualsiasi altra divisione dell’esercito tedesco. Il 2 luglio 1943 la 3. Kompanie dello schwere Panzer-Abteilung 504, creata il 3 aprile 1943 e equipaggiata a Paderborn con 14 Tiger, venne trasferita alla Panzergrenadier-Division Großdeutschland, diventando la 11. Kompanie dell’omonimo Panzer-Regiment Großdeutschland. Per tutta la Campagna di Sicilia la 2./504 venne distaccata alla FallschirmPanzer-Division Hermann Göring, divisione d’élite della Luftwaffe. Questa, appena creata da elementi dell’aviazione poco omogenei, aveva pochissima esperienza di combattimenti corazzati, e l’utilizzò in modo pessimo perdendo 10 carri su 17 nei primi tre giorni di combattimento, tanto che in seguito fu l’unica unità d’élite dell’esercito tedesco a non possedere una Panzer Kompanie (Tiger)[1].

Inizialmente le Abteilungen erano composte di un misto di Tiger e di Panzer III nella versione L o N sia per la mancanza di carri Tiger sia per il loro bisogno di protezione dalla fanteria nemica. Il Panzer III Ausf. N da 21,3 tonnellate era armato di un cannone corto da 7,5 cm L/24 di vecchia concezione, che nei primi anni di guerra equipaggiava anche i primi carri pesanti della Wehrmacht (i Panzer IV), e che si rivelò ben presto inadeguato per il ruolo anticarro, sebbene mantenesse un certo valore antifanteria, motivo principale della sua scelta come carro d’appoggio per i Tiger. Il Panzer III L era equipaggiato con un cannone da 5 cm KWK 39 L/60, ultima evoluzione della versione da torretta del buon cannone anticarro PaK 38. Questo pezzo, sebbene in grado di perforare le corazze dei carri prodotti dopo il 1943 solo con difficoltà, manteneva una buona precisione ed era adatto ai compiti di copertura dei carri più pesanti che avrebbero poi affrontato direttamente i mezzi corazzati nemici.

L’evoluzione della struttura degli Abteilungen vide il cambiamento della loro composizione in unità totalmente composte di carri Tiger. Dato il loro uso quasi sempre in cooperazione con altre unità corazzate o in difesa di posizioni di fanteria, l’appoggio ai Tiger doveva essere fornito da altre unità. La 2./504, ad esempio, consegnati tutti i suoi Panzer III L alla 1./504 in Africa e i Panzer IV alla 15. Panzergrenadier-Division in Sicilia, impiegò i Tiger rimasti quasi sempre in collaborazione con i carri del Panzer-Regiment Hermann Göring.

Composizione delle schwere Panzer-Abteilungen

1. La struttura
Per ogni componente dell’esercito tedesco, dalla divisione fino al plotone, vi era una tabella di riferimento per le dotazioni teoriche che veniva spesso variata a seconda della sua efficacia in combattimento sulla base dell'analisi dei rapporti e delle richieste della unità combattenti, e anche della disponibilità dei mezzi.

Alla fine del 1942, le prime unità di Tiger inviate al fronte, la schwere Panzer-Abteilung 502 in Russia e la schwere Panzer-Abteilung 501 in Tunisia, erano unità sperimentali che facevano regolare rapporto sull’efficacia della propria struttura all’ufficio dell’Ispettore Generale delle Forze Corazzate il Generalinspekteur der Panzertruppe, allora il famoso Generale Guderian, che si basò su di essi per modificare la struttura della schwere Panzer Kompanie (compagnia carri pesanti) e della Stabskompanie schwerer Panzer-Abteilung (compagnia comando di reparto pesante), la cui struttura generale rimase comunque invariata. Si può affermare che fin dal momento della sua creazione la schwere Panzer-Abteilung conservò una struttura basata su:

    una Stabskompanie (compagnia comando)
    tre schwere Panzer Kompanien (compagnie pesanti)
    una Werkstatt Kompanie (compagnia officina)

Nel corso del conflitto, la struttura della Stabskompanie venne mutata per dotarla di tutti quegli elementi indispensabili alla condotta autonoma del combattimento, come:

    gepanzerte Aufklärungszug (SPW) (plotone ricognitivo blindato su semicingolati)
    Erkundungszug (plotone esplorante su automezzi)
    Pionierszug (plotone genio)
    Flakzug (plotone antiaerea su semicingolati non corazzati e in seguito su Flakpanzer, carri antiaerei)

2. Le Kampfkompanien (Squadre di Combattimento)
Le tabelle a cui inizialmente si fece riferimento per le Squadre di Combattimento erano: la Kriegsstärke Nachweisung KStN. 1150d del 15 agosto 1942[2] per la Stabskompanie e la KStN. 1176d della stessa data per la schwere Panzer Kompanie.
La KStN 1150d stabiliva che la compagnia comando di un reparto carri pesanti fosse strutturata su due plotoni:
il primo, detto Nachrichtenzug (plotone trasmissioni), era composto da due carri Tiger in versione comando e da un Panzer III di scorta destinato allo stellvertreter Chef (sostituto del comandante di reparto)
il secondo – leichte Zug – era composto da un numero variabile di Panzer III, addetti alla copertura dei fianchi della formazione e all’esplorazione del campo di battaglia.
La Kriegsstärke Nachweisung 1176d, organizzava la compagnia carri pesanti su una Kompanietrupp (squadra comando compagnia), con un Tiger e due Panzer III, e quattro Panzerzüge (plotoni carri) misti, composti da due Halbzüge (sezioni) di due carri. La struttura dei plotoni variava a seconda del reparto, tanto è vero che la schwere Panzer-Abteilung 502, impiegata in Russia, aveva i plotoni con la prima Halbzug composta di carri Tiger e la seconda di Panzer III, mentre la 501. schwere Panzer-Abteilung in Tunisia combatteva con squadre miste composte da un Tiger e un Panzer III ciascuna.

Più tardi, quando la produzione salì ad un livello sufficiente, si decise di convertire le Abteilungen a una struttura di soli carri Tiger, adottando la KStN 1150e per il Nachrichtenzug, che la limitava a due Tiger comando (Befehlstiger) più un Tiger d’appoggio, e la KStN 1176e per le compagnie.
La schwere Panzer Kompanie strutturata sul modello KStN 1176e era un’unità della forza di 14 Tiger, su tre Züge (plotoni) di 4 Tiger più una squadra comando compagnia con 2 carri, tutti mezzi da combattimento standard.
A volte la 3. Kompanie poteva essere, come per la schwere Panzer-Abteilung 504 nel 1944, una Funklenk (Fkl.) Kompanie dotata di Ladungsträger (mezzi radiocomandati da demolizione) Borgward B IV. In questo caso la compagnia era strutturata sempre su tre plotoni che oltre ai quattro Tiger avevano ciascuno un semicingolato SdKfz. 251 e cinque mezzi da demolizione per i primi due Züge, mentre per il terzo un semicingolato SdKfz. 251 e nove Borgward B IV.
Il totale dei mezzi da demolizione arrivava quindi a 36 più i tre semicingolati SdKfz. 251 mentre il comando di reparto (Nachrichtenzug su tre carri) più le tre schwere Kompanie (su 14 carri) schieravano sempre 45 Tiger.

3. La Werkstatt Kompanie (Compagnia Officina)
La Werkstatt Kompanie di un reparto Tiger era una componente indispensabile alla condotta delle operazioni poiché un reparto impiegato in pesanti combattimenti nelle zone più critiche del fronte poteva arrivare a perdere tra il 50 e il 70% dei carri della sua forza di combattimento. La metà delle perdite poteva essere rimessa in efficienza dai plotoni officina, in genere nel giro di qualche giorno [3]. È evidente che questa capacità veniva influenzata negativamente se l’afflusso di mezzi da riparare era continuo, tanto che verso la fine della guerra alcuni reparti impiegati in combattimenti continui per lunghi periodi videro calare gli effettivi della propria forza di combattimento a un quarto dei carri disponibili, cioè 10-12 Tiger su un organico teorico di 45.

La manutenzione dei Tiger e quindi anche l’equipaggiamento della Werkstatt Kompanie necessaria al loro governo differiva da quello delle altre grandi unità corazzate: per essere mantenuto in efficienza il Tiger abbisognava di apparecchiature sofisticate e tecnici specializzati, che mancavano nelle normali officine di campo. La Werkstatt Kompanie era composta da:

    due Werkstattzüge (plotoni officina)
    un Bergezug (plotone recupero)
    una Waffenmeisterei (armeria)
    una Funkerei (officina radio)

Nelle dotazioni della Werkstatt Kompanie erano inclusi attrezzi per saldature e per piccole lavorazioni meccaniche, in modo da riparare parti meccaniche danneggiate, fabbricarne di nuove o effettuare riparazioni importanti alla corazza del carro. Le scorte di parti di ricambio non erano mai sufficienti e molte volte i carri più gravemente danneggiati venivano cannibalizzati [4] per riparare quelli in condizioni migliori.

Quando un carro danneggiato arrivava all’officina, i meccanici e i tecnici valutavano innanzitutto l’entità dei danni: molti mezzi venivano colpiti dal fuoco nemico riportando danni alla corazzatura, allo scafo, agli attrezzi fissati su di esso e ai loro ganci di fissaggio. Altri riguardavano il sistema trasmissione, con conseguenti danni al cambio. Tutti i lavori alla trasmissione richiedevano la rimozione della torretta poiché il blocco cambio-trasmissione finale doveva venire estratto attraverso l’anello di torretta dello scafo. Per compiere questa operazione si utilizzava lo strumento principale della compagnia officina: la Portalkran [5], una gru a ponte della portata di 16 tonnellate progettata per sollevare la torretta dei Tiger. In posizione aperta era alta 7 metri, larga 14,7 e profonda 2,25 ma poteva essere ripiegata e trainata da un trattore semicingolato. Durante gli spostamenti il braccio trasversale veniva abbassato, quelli verticali vi erano ripiegati sopra e due carrelli dotati di pneumatici venivano agganciati alle estremità in modo che il tutto potesse venire trainato da uno degli SdKfz. 9 del plotone recupero e venire caricato entro limiti d’ingombro dei vagoni ferroviari. Le gru erano assegnate a tutte le officine dei reparti Tiger perché senza di queste non si sarebbe potuta svolgere gran parte del lavoro di manutenzione.

4. Il Bergezug (Plotone Recupero)
Fin dall’inizio dello sviluppo del Tiger i progettisti si accorsero che sarebbe stato molto utile ideare un mezzo idoneo al recupero di un carro tanto pesante, poiché nessuno dei mezzi allora disponibili era in grado di spostare le 56 tonnellate del Tiger in assetto da battaglia. In caso di panne o immobilità ben pochi mezzi potevano trascinare fino alle officine o fuori del tiro nemico un veicolo di 56 tonnellate. Purtroppo gli alti comandi furono ostili nei confronti di questo progetto e questo costrinse le unità di Tiger a cercare di recuperare e rimorchiare i carri pesanti con un equipaggiamento non specificamente progettato per questo scopo come i trattori semicingolati Sdkfz. 9 da 18 tonnellate (ne erano necessari tre), i Bergepanther o perfino gli stessi Tiger (sebbene fosse vietato il mutuo traino tra i carri per il pericolo che si danneggiassero[6]).

Molti Tiger, seppur danneggiati dopo aver incassato parecchi colpi, rimanevano in grado di muoversi autonomamente [7]; molti altri, immobilizzati da guasti o dai colpi del nemico, dovevano venire trainati fino all’officina; alcuni, semplicemente impantanati, dovevano essere liberati dal fango; queste attività, molto spesso svolte in zona di operazioni o addirittura sotto il fuoco nemico, si rivelarono pericolose quanto il combattimento stesso e gli equipaggi dei carri erano sempre molto impressionati dal coraggio e dall’abnegazione mostrate della squadre di recupero. In parecchi casi si ebbero vittime e la mancanza di veicoli adatti non semplificava i loro sforzi. La situazione migliorò solo con l’arrivo dei preziosi Bergepanther (scafi di carro Panther adibiti a carro recupero) ma questi non erano mai in numero sufficiente per venire rimpiazzati e alcune unità non li ricevettero mai.

Il Bergezug era strutturato su due sezioni (Halbzüge), ciascuna dotata di un numero di mezzi sufficienti a trainare un Tiger immobilizzato: poteva essere composta da tre Zugmaschinen (veicoli da traino semicingolati) SdKfz. 9 da 18 tonnellate, o da un Bergepanther.

Costruito dalla ditta Famo, il SdKfz. 9 era il più capace mezzo da traino dell’esercito tedesco: lungo 8 metri e mezzo e pesante 15 tonnellate, aveva un motore Maybach HL98 da 12 cilindri a V che lo metteva in grado di trainare un carico di circa 20 tonnellate. Per muovere la massa di un Tiger danneggiato o immobilizzato erano necessari almeno due di questi trattori, che dovevano salire a tre nel caso il traino si effettuasse fuori strada o su un tratto in salita. In alcune occasioni il recupero di un Tiger impantanato richiedeva tutti i trattori del Bergezug, in genere sei. In Italia e nell’Europa occidentale vennero spesso utilizzati in via eccezionale carri alleati catturati, in particolare l’M4 Sherman molto apprezzato per l’affidabilità e la semplicità della sua meccanica.

Nella primavera del 1944 alcuni scafi dei primi modelli di carro Panther vennero adibiti a mezzi di recupero, denominati Bergepanther: l’organico teorico del 1944 per il Bergezug prevedeva due di questi mezzi che però per motivi di disponibilità venivano spesso sostituiti dai tradizionali SdKfz 9. Il Bergezug della schwere Panzer-Abteilung 504, impiegata in Toscana nel giugno 1944 ricevette due Bergepanther ma li perse entrambi per bombardamento aereo prima di entrare in azione, e non furono più rimpiazzati. Caso rarissimo, alla fine della guerra la sPzAbt. 504 ebbe in dotazione un Bergeferdinand (carro recupero su scafo del prototipo Tiger della Porsche) ceduto dalla 1./sPzJägAbt. 653 dotata di cacciacarri Elephant/Ferdinand su scafo Porsche e impiegata in Italia al fianco della 504.

5. Plotone Esplorante e Plotone Genio
Le difficoltà negli spostamenti da e verso il teatro d’operazioni erano dovute alla presenza di ostacoli naturali che intralciavano i trasferimenti. Fin dalla loro creazione i reparti avevano in organico un plotone esplorante perché era diventato basilare scegliere un percorso che passasse solo su ponti e guadi in grado di sopportare le 56 tonnellate del mezzo. Questo divenne sempre più importante in una situazione di pieno dominio dell’aria da parte degli Alleati, che ne facevano un ottimo uso con ripetute e pericolose azioni di interdizione sulle vie di comunicazione. Verso la metà del 1944 venne integrato nel comando di reparto un plotone del genio incaricato di adattare ponti e strade al passaggio dei carri pesanti nella zona d’impiego del reparto.

Durante i combattimenti, i movimenti fuori strada erano pericolosi nelle stagioni piovose e in presenza di terreno soffice, ed era sempre necessaria una approfondita osservazione dei luoghi da parte di elementi in grado di valutare la possibilità di attraversare il terreno su cui i Tiger sarebbero stati inviati. Molto spesso infatti l’uso improprio che venne fatto delle schwere Panzer-Abteilungen anche da parte di ufficiali di altre unità corazzate portò alla perdita di parecchi mezzi, immobilizzati da elementi naturali o dalle mine più che dall’offesa diretta del nemico.

 

[1] Alla fine della Campagna di Sicilia i reduci della 504. schwere Panzer-Abteilung dovettero rivolgersi a Guderian in persona per evitare di venire definitivamente incamerati nella divisione (Interviste dell’autore con Karl Goldschmidt e Alfred Günther di maggio e luglio 1998).

[2] Per questa e tutte le seguenti tabelle cfr. T. L. Jentz, Tiger Tanks Tiger I & II: Combat Tactics, Schiffer Military Publishing, Atglen (USA) 1997, p. 24-26.

[3] Cfr. Feist/Culver, Tiger I, Ryton Publications, Retford Notts (GB), 1992, p. 307.

[4] Cannibalizzazione, termine derivato dall’inglese, è l’utilizzo di parti di un mezzo meccanico per rimetterne in efficienza uno dello stesso modello.

[5] Letteralmente gru a portale, veniva prodotta dalla ditta Fries.

[6] L’11 luglio 1943, primo giorno d’impiego della 2./504 in Sicilia, l'unità perse tre carri nel tentativo di recuperarne uno a causa della rottura dei cingoli che i mezzi soccorritori subirono nel tentativo di liberare il Tiger 211 colpito e uscito di strada. Questa pratica venne comunque utilizzata in situazioni di emergenza durante tutta la guerra. Cfr. Karl Goldschmidt Erinnerungen an unserer Tiger 504 auf Sizilien 1943 così come da p. 1 a p. 3 degli appunti di Egon Kleine (EK) per il libro: Tiger - Die Geschichte einer legendären Waffe 1942-45 (LW), edito da Motorbuch Verlag (Stuttgart) nel 1971.

[7] A pagina 4 del Tigerfibel, il manualetto in dotazione agli equipaggi dei Tiger, si trova la foto di un Tiger che aveva incassato 227 colpi di fucile anticarro, 14 colpi da 5,2 cm e 11 da 7,62 cm senza subire alcuna penetrazione della corazza e era passato su tre mine anticarro, e poté ancora percorrere coi propri mezzi i 60 chilometri che lo separavano dall’officina!